mercoledì 19 marzo 2014

Abracadabra : Creo quello che Dico



La potente frase “abracadabra” in Aramaico è la frase
 “abraq ad habra”che letteralmente si traduce in

“Creo quello che dico”

Riflettiamo su quello che creiamo con i pensieri durante il giorno con le nostre parole. Riflettiamo sui pensieri che elaboriamo durante il giorno e avremo veramente una visione riguardo la vita e il mondo che stiamo creando.

Da Wikipedia Abracadabra (in greco antico ἀβρακαδάβρα) è un vocabolo in uso nella magia mistica antica che nonostante le etimologie proposte è definito per sé stesso inintelleggibile.

Viene considerata la parola universalmente più adottata fra quelle pronunciate senza traduzione nelle singole lingue. Ci sono varie ipotesi circa l’origine del termine:

Una proveniente dall’aramaico Avrah KaDabra che significa Io creerò come parlo. Altre proveniente dall’ebraico ha-bĕrakāh dabĕrāh ossia pronunciare la benedizione o da Abreq ad habra con significato di invia la tua folgore fino alla morte.

Essa è ora comunemente utilizzata dai prestigiatori come parola magica durante i loro spettacoli d’illusionismo. Nell’antichità, comunque, la parola fu considerata molto più seriamente come un incantesimo da utilizzare come maledizione contro febbri ed infiammazioni. La prima testimonianza conosciuta si trova nel Liber medicinalis di Quintus Serenus Sammonicus (III secolo d.C. ?), medico presso l’imperatore romano Caracalla, il quale prescrisse che il paziente malato indossasse un amuleto contenente la parola scritta in forma di un triangolo capovolto:Questo, egli spiegava, avrebbe diminuito il potere dello spirito della malattia sul paziente. Altri imperatori, fra cui Geta e Alessandro Severo, furono seguaci degli insegnamenti medici di Serenus Sammonicus ed utilizzarono l’incantesimo.
 Molto in voga ed utilizzata per tutto il Medioevo a scopo magico-rituale.

Carlo Levi, nel suo libro di maggior successo Cristo si è fermato a Eboli, autobiografico, in qualità di medico riferisce di aver notato spesso il triangolo dell’Abracadabra rivolto verso l’alto e portato come ciondolo in metallo o come foglietto scaramantico dai contadini della Lucania.

Altri studiosi pensano che l’idea della diminuzione del potere dei demoni fosse comune nel mondo antico e che Abracadabra fosse semplicemente il nome di uno di questi demoni.

Alcuni pensano alle parole ebraiche ab (“padre”), ben (“figlio”), e ruach hacadosch
 (“spirito santo”).

Alcuni hanno ipotizzato che il termine derivi dall’arabo Abra Kadabra, che significa ‘fa che le cose siano distrutte’[senza fonte], che in questo caso è riferito alla malattia, oppure dall’aramaico abhadda kedhabhra, col significato di ‘sparisci come questa parola’. Piuttosto che essere utilizzata come maledizione, si crede che la frase in lingua aramaica fosse utilizzata come un mezzo per la cura delle malattie.

Si è pensato anche che la parola possa derivare da Abraxas, una parola gnostica per indicare il nome del Dio increato (origine dei 365 cieli, apparentemente le lettere greche per Abraxas ammontano a 365 se decifrate secondo la numerologia).


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